La Palestra del Séntire©

La Palestra del Séntire©

Conoscere sé stessi attraverso l’incontro con gli altri

Incontri esperienziali di crescita personale

Sii presente come osservatore della tua mente,
dei pensieri, delle emozioni e anche delle tue reazioni
nelle diverse circostanze.
Interessati alle tue reazioni
Almeno quanto alla situazione o alla
Persona che ti spinge a comportarti così.
(Eckart Tolle)

La palestra è luogo dove prenderci cura del nostro corpo e della nostra salute, dove fare prevenzione. Questo è qualcosa di abbastanza assodato nella nostra società. Perché allora non estendere questo concetto anche alla salute mentale? Così come la Palestra è un luogo per “sani” perché non allargare questo concetto all’idea che per stare bene psicologicamente dobbiamo allenare la nostra parte emotiva e relazionale settimanalmente o almeno mensilmente senza aspettare di fare i conti con quadri di sofferenza che richiedono un intervento specialistico e mirato?

Da queste semplici considerazioni nasce l’idea della Palestra del Sèntire.

Si tratta di uno o più incontri a tema in cui un gran numero di persone – in base alla capienza del luogo – vengono guidate nell’esplorazione di un tema relativo all’esperienza umana attraverso esercizi – denominati pratiche come nello yoga – individuali, in coppia con sconosciuti, in piccoli gruppi.

Ma facciamo un passo indietro e vediamo come nasce questa proposta alternativa alle conferenze.

Da anni Il Centro Divenire propone esperimenti nello spazio del collettivo sociale per offrire al maggior numero di persone incontri di crescita personale.

Siamo partiti dall’organizzare per alcuni anni consecutivi cicli di conferenze con brevi momenti esperienziali che abbiamo denominato “Il Potere del Sentire”, invitando esponenti tra i più significativi del mondo della psicologia, per poi evolvere in un vero e proprio Festival della Consapevolezza nel 2020 dove alle conferenze esperienziali avevamo associato una serie di workshop per un numero più ristretto di persone.

Tutti questi esperimenti hanno riscosso un grande successo di pubblico, segno che le iniziative incontravano i bisogni della collettività.

Dopo un anno di pausa e di osservazione dei bisogni collettivi post pandemici la nostra riflessione a partire da ciò che incontravamo quotidianamente in seduta ci ha fatto approdare al nuovo format della Palestra del Séntire© per dichiarare l’intento totalmente esperienziale della proposta.

Ciò significa un cambiamento radicale di ruolo in cui

  • il relatore diventa un vero e proprio conduttore e agevolatore di esperienze
  • i partecipanti non sono più semplici uditori ma attori e cocreatori dell’esperienza stessa.
  • Lo scopo dell’evento è produrre apprendimenti più sul piano del Saper Essere che del Sapere (più attenzione al COME che al COSA)
  • Dare un contributo fattivo alla ricucitura del tessuto sociale

Come sappiamo, In questi anni la distanza tra le persone si è esacerbata: abbiamo tutti accumulato conoscenze sul piano dei contenuti e perso quasi completamente quelle sul piano dei processi.

Siamo pieni di “cosa” ma vuoti di “come”, salvo scoprire che è proprio dagli elementi meno tangibili e visibili, come le relazioni, che proviene sia il malessere che il benessere.

Occuparci del “come” stiamo in relazione con noi stessi e con gli altri è diventata una sorta di emergenza sociale laddove ci accorgiamo che il nostro livello di funzionamento umano sembra assomigliare a musicisti solisti sempre meno in grado di suonare nell’orchestra che chiamiamo società.

La mancanza di relazioni umane che fungano da specchi e quindi vadano oltre le chiacchere e gli scambi superficiali, ci ha via via impoveriti rendendoci persone sempre più mentali e sempre meno capaci di vivere nel qui e ora e di sentirci vivi e gioiosi.

Abbiamo così finito per pensare di coincidere con l’idea che abbiamo di noi e a temere ogni relazione che per sua fisiologia incrinerebbe l’immagine di noi a cui ci siamo aggrappati.

In questa cultura del “sole a mezzogiorno”, in cui tutti sembriamo aver perso la nostra ombra, abbiamo finito per evitare ogni tipo di relazione intima, a partire da quella con noi stessi, perché il divario tra ciò che vorremmo essere e ciò che siamo negli aspetti bui e distruttivi è diventata una sorta di frattura scomposta che ci rende persone poco autentiche e timorose di portare i propri talenti e unicità nel mondo.

Ed in questo modo abbiamo perso quel senso di appartenenza che ci fa sentire più esposti e più vulnerabili.

Tutto ciò ha prodotto un forte impoverimento del tessuto sociale che ha perso la sua funzione primaria di cerchio di sostegno allargato per l’individuo e la sua famiglia. Il risultato è che tutti si sentono più soli e isolati. L’altro non è più visto come una risorsa ma una minaccia.

Pensare quindi ad un’attività di prevenzione del disagio mentale significa oggi esplorare nuovi modelli di intervento sui grandi numeri al fine di offrire uno spazio in cui le persone possano riesplorare lo spazio del collettivo per ricontattarne la forza ed il piacere dell’incontro con l’altro.

La ricaduta collaterale ma non di secondaria importanza connessa a questo tipo di proposta consiste nell’opportunità di conoscere nuove persone ed implementare o ricostruire la propria rete sociale.

Sappiamo quanto la solitudine e l’isolamento siano le costanti del disagio mentale, in questo senso offrire uno spazio di socializzazione di alta qualità rappresenta una risposta concreta alle difficoltà di socializzazione che sono sempre più oggetto di offerte da parte del mercato.

Note organizzative

Il nostro interesse a confrontarmi con i grandi gruppi è duplice:

  • da una parte portare avanti la “ricerca-azione” nel collettivo, quindi avere la possibilità di portare avanti una visione pionieristica di interventi sul tessuto sociale
  • dall’altro rispondere all’intento di svolgere una forma di servizio volontario sul territorio proponendoci quindi in maniera del tutto gratuita

La Palestra del Séntire© vuole essere un format da declinarsi nel progetto che una comunità o un territorio stanno portando avanti e quindi potrebbe essere una serata una tantum piuttosto che un ciclo di incontri da inserire dentro un progetto più ampio a cui il territorio si sta dedicando.

Ad esempio, se il focus è promuovere la socialità giovane adulta si potrebbe pensare di costruire un percorso con gli attori già attivi sul territorio.

Un punto da discutere è se offrire gratuitamente l’esperienza o meno.

Idealmente qualsiasi percorso evolutivo è importante che venga pagato come forma di impegno e di riconoscimento di ciò che si riceve. Pensando al progetto come a qualcosa che mette al centro la relazione sarebbe ad esempio importante che chi partecipa possa contribuire ad una raccolta fondi.

Nel caso dell’esempio sopra dei giovani adulti, si potrebbe pensare di coinvolgere un’associazione no-profit e destinare a lei il ricavato della serata. Il valore simbolico ed educativo di una tale scelta è un’opzione che fa parte proprio della Palestra, per uscire da un’ottica orale ed entrare in una che preveda una relazione più adulta e responsabile di agire. In questo senso la mia attività di servizio si completerebbe.

All’ente organizzatore si chiedono:

  • gli spazi adeguati, riscaldati e illuminati (nel caso di spazi strutturati come gli auditorium si potrà chiedere alle persone di attrezzarsi di cuscini per muoversi nello spazio e formare coppie o piccoli gruppi)
  • una persona presente ad aprire e chiudere gli spazi
  • raccolta e gestione delle iscrizioni
  • promozione nella propria comunità/proprio territorio

Cosa offriamo:

  • oltre alla conduzione della serata, il tempo per la costruzione del progetto 
  • la promozione degli incontri sul sito del centrodivenire.net e sulle sue pagine social

I conduttori delle serate verranno concordati di volta in volta e coinvolgeranno prevalentemente la direttrice del Centro, Gloria Volpato, e i suoi collaboratori.