TIK TEATROK

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AAA .. ADOLESCENTI CERCASI
Progetto rivolto ai ragazzi dai 14 ai 18 anni

Percorso condotto da: Dott.ssa Miriam Gotti e Dott.ssa Alessandra Beria
e supervisionato dalla Dott.ssa Gloria Volpato

Progetto di prevenzione e promozione del benessere psicologico
(deducibile nella dichiarazione dei redditi)
Sede laboratorio: Torre Boldone – via Reich 39 (Bergamo)


Benvenuti a teatro. Dove tutto è finto ma niente è falso.

(Gigi Proietti)

Scattiamo una fotografia….

Leggevo tempo fa divertita su di una rivista: “ Il vademecum dell’adolescente”.
In genere quello che fa saltare i nervi a qualsiasi genitore. Diceva più o meno così:

Che cos’hai? Niente sto bene
Com’è andata a scuola? Bene, come sempre
Perché lo fai? Boh
Perché non mi racconti mai niente? Non ho niente da dirti.
Hai fatto i compiti? Mmmmmmmmh si (e c’è un che palle sottinteso)
Hai riordinato la tua stanza? Mmmmmmmh, mmmmmmmmh si (doppio mmmh)
Ha fatto quello o quell’altro? Lo faccio dopo
Con chi esci stasera? Non lo so
Perché ti sei vestito così? Perché si
Che cosa ci trovi di bello? Mi piace
Ma a te non ti interrogano mai? Cosa vuoi che ti dica.

A seconda della domanda puoi ottenere, risposte a monosillabo, mugugni, facce storte o impassibili, oppure…. Silenzio! 

Questo non significa che non abbiamo un processo di pensiero in corso nella loro mente, ma solo che non hanno voglia di rispondere, che non te lo vogliono dire quello che gli gira per la testa o che non è il momento per fare quella domanda.

A volte se gli parlate mentre sono al telefono o se stanno fantasticando nel loro fantastico mondo, quello che sentiranno è esattamente : HXcvFDrghh! Voi credete che loro vi stiano sentendo ma in realtà lo capirete che no, perché non faranno nulla di quello che gli avete detto.

Il silenzio non è assenza di comunicazione. Significa che quella modalità non va bene e che invece di continuare a far partire la stessa traccia sullo stesso cd, bisogna cambiare musica! C’è un’altra priorità che va scoperta insieme a loro. Che attivi il loro potenziale e li rimetta al centro.

Ai ragazzi bisogna fargli arrivare che si sta cercando di capire il loro mondo e che lo si sta apprezzando tutto. Monosillabo compreso, se necessario.

L’attrezzatura….

…E ci sono molti modi per entrare in connessione con loro. Canali privilegiati.  Linguaggi che ai ragazzi piacciono da morire, ma non lo sanno finchè non ci provano. Perché è l’esperienza a dargli il metro di misura.

1. Il teatro 

Per esempio: Il teatro! Nell’immaginario collettivo potrebbe esserci: Oddio ” Per carità! Io recitare? Ma neanche per sogno. Morirei piuttosto che farmi vedere”.

E me li ritrovo dopo solo un incontro divertiti, dopo due incontri a proprio agio e dopo tre appassionati. Al quarto mi chiedono se possiamo girare un video, ma che nessuno deve assolutamente vedere. E al quinto mi chiedono: perché non lo postiamo? E mentre scrivo mi emoziono. Perché ho assistito davvero, come un’ostetrica della vita, a numerose nascite.

Dentro questo strumento c’è vita, c’è divertimento, c’è la propria vitalità. E se ne accorgono quasi immediatamente.

In qualche modo è affrontando l’esperienza che possono sentire e riconoscere i loro vissuti. E superare nel piacere, perché è principalmente questo che guida l’esperienza, tutta una serie di paure che si scoprono essere assolutamente dei fantasmi, ingigantiti nella loro mente.

E dall’isolamento nel quale a volte ci si butta, intimiditi, vergognosi, spaventati, eccoli lì in tutto il loro splendere, in tutta la loro fantasia, la loro enorme capacità creativa che ogni volta mi lascia senza respiro.

2. La fotografia

E anche l’uso della fotografia sarà in parte presente nel progetto. Hai presente quando ti rivedi all’interno dell’album delle fotografie e improvvisamente vieni attraversato da infiniti pensieri giudicanti? O quando osservando un dipinto, ti lasci trasportare dalla sua bellezza e provi sensazioni di pace e di benessere? O quando ti viene chiesto di sbizzarrirti di fronte ad un foglio bianco e non sai da che parte cominciare, ma la mano inizia a muoversi e improvvisamente il foglio si trasforma in una tavolozza di linee e colori?

Fotografare e guardare una fotografia, può istantaneamente metterti in contatto con un mondo interiore. Può farti accorgere di te, in un modo quasi per niente razionale. E’ certamente un mezzo per scoprirsi, e conoscere parti di sé. E in un mondo basato ampiamente sull’ “immagine”, iniziare a fare i conti con questo aspetto, può diventare sostanziale. La fotografia quindi, sarà da supporto all’esperienza del teatro, intrecciandosi come un perfetto puzzle.

Un fermo immagine…

Inoltre, siamo in lock down. Tutto si fa virtuale. Tutto si fa asettico. La relazione si spegne. Le possibilità di confronto anche. Gli adolescenti hanno bisogno di punti di riferimento, dentro certo, ma anche e soprattutto fuori dal contesto familiare. Perché in loro c’è una spinta all’indipendenza e contemporaneamente il desiderio di essere visti e compresi. Nemmeno la scuola spesso  può soddisfare questo bisogno, perché troppo legata alla prestazione e al raggiungimento di uno standard.

E c’è un contenitore che crea un falso effetto placebo. Soprattutto in questo tempo: il mondo virtuale, dentro il quale è sempre più comune affidarsi. Perché il bisogno di intrecciare relazioni è altissimo. Aumentare il numero di conoscenze e “amicizie” (riprendendo i termini di Fb) è altissimo. Quanti amici hai tu, ci si chiede? Ma davvero è così? Davvero si crea verità in questo? Contatto, occhi sensazioni, scambio autentico, sentire? Questo crea rapidamente una notevole, ma spesso apparente vicinanza, con conseguenti frustrazioni e rabbia, per la scarsa chiarezza nella comunicazione o per l’assenza di un approccio più autentico, fondato sulla comunicazione empatica che è determinante nella costruzione di una relazione.

Il teatro e con lui la fotografia, concederanno dunque di ritrovare una dimensione di verità e di realtà. Permetteranno di tornare a guardarsi e incontrarsi. Di scambiare in leggerezza il proprio mondo, in un modo stimolante. Perché il teatro, ti fa venire voglia di fare. Perché è divertente. Perché è intrigante. Il teatro non è una lezione teorica, è esperienza e pratica. E’ la pratica della vita che si incarna sulla scena. E la fotografia incuriosisce, è, stimolante, smuove i sensi e cattura l’attenzione.

Sorridi…. 

Ed ecco gli spauracchi sopraggiungere e parlare nella mente. Quante volte li ho sentiti nominare:

  1. Ma ho paura! Non conosco nessuno!
    Ed è proprio questo che accade. L’esperienza dell’incontro. L’isolamento in breve si dissipa. Si fanno nuove conoscenze, autentiche. Nuovi amici con cui confrontarsi, con cui vivere esperienze di realtà profonda. E certe amicizie restano per la vita, perché avvengono ad un livello di sincerità.
  2. Ma non sono capace!
    Non è necessario essere capaci per fare teatro. Non c’è un modo giusto e un modo sbagliato. E’ davvero, realmente una scoperta, che va a potenziare esattamente ciò che è la tua eccellenza. Riscoprendoti alla fine più forte e capace. Ho visto ragazzi migliorare notevolmente nell’apprendimento scolastico grazie allo sviluppo della loro espressività. E’ un rinforzo all’autostima. Al credere in se stessi. 
  3. Ma è noioso!
    Noioso? Il teatro è l’antitesi della noia. E’ la paura solita che sopraggiunge a boicottare la possibilità di un salto eccitante. E quindi: vuoi saltare con noi?

CALENDARIO DEGLI INCONTRI 

Il pomeriggio dedicato al laboratorio è il mercoledì dalle ore 16,00 alle ore 18,00. 

Il primo pomeriggio, può essere di prova gratuita per gli indecisi, che diventerà a pagamento in caso si perfezioni l’iscrizione. In questo caso è sufficiente mandare la richiesta di partecipazione a info@centrodivenire.net.

Date degli incontri:

  • mercoledì 25 novembre
  • mercoledì 2 dicembre 
  • mercoledì 9 dicembre
  • mercoledì 16 dicembre 
  • mercoledì 23 dicembre 
  • mercoledì 20 gennaio
  • mercoledì 27 gennaio
  • mercoledì 3 febbraio
  • mercoledì 10 febbraio
  • mercoledì 17 febbraio

Sarà possibile in caso il gruppo vorrà, procedere con il laboratorio anche da febbraio in avanti.  In base alle adesioni capiremo se è necessaria la creazione di gruppi per omogeneità di età.

QUOTE DI PARTECIPAZIONE

Il corso ha un costo di 280 euro + Iva 2%

La quota è deducibile nella dichiarazione dei redditi perché il gruppo rappresenta un’attività di prevenzione e promozione del benessere psicologico.

Il corso partirà con un numero minimo di 7 partecipanti.

Data di scadenza delle iscrizioni: 22 novembre 2020.

Conducono

Miriam Gotti

Attrice professionista, cantante, educatrice teatrale e musicale, pedagoga.

Alessandra Beria

Psicologa, psicoterapeuta, psicopedagogista, responsabile ambulatorio “I Mutanti” per la preadolescenza e l’adolescenza presso il Centro Divenire

Iscriviti

Per iscriversi al percorso è necessario compilare il formulario online.