Michela Zancaner

Michela Zancaner

Chi sono

In una frase potrei definirmi: una creatura connessa alle altre.

Il mio tratto distintivo è la socievolezza: mi piace stare a contatto con gli altri scambiandoci le energie reciproche. Direi più specificatamente che amo il mondo degli esseri viventi, tant’è che nel periodo della formazione mi sono trovata a decidere se fare veterinaria, considerato il mio amore spassionato per gli animali, o psicologia per comprendere meglio il comportamento umano.

Alla fine ho optato per una terza strada e mi sono iscritta a Scienze dell’Educazione dando ascolto anche ad un altro forte interesse: il mondo dell’infanzia che mi ha portato a muovere i miei primi passi professionali come insegnante e formatrice sulle tematiche della genitorialità. Si è trattato di un percorso pieno di emozioni arricchente sul piano umano, a cui devo l’avermi insegnato ad avere maggiore pazienza e speranza per un futuro migliore. Dei bambini ho sempre amato la spontaneità, l’energia, le risorse, ma anche le loro fragilità spesso riconducibili a problematiche relazionali d’attaccamento per le quali ho avvertito l’urgenza di approfondire gli aspetti psicologici sino a diventare psicoterapeuta.

Il mio spirito curioso si è diretto quindi verso il funzionamento dei processi mentali che stanno alla base di pensieri, emozioni e comportamenti avvicinandomi alla psicopatologia degli adulti.

Sono certa che occuparsi del dolore degli altri per contribuire a restituire il benessere sia il modo migliore per dare senso e pienezza anche alla mia vita.

Formazione e lavoro

Mi laureo in Scienze dell’Educazione presso l’università di Ferrara svolgendo una tesi sui “gruppi di auto mutuo aiuto per famiglie con un componente con problematica di handicap”. Per preparare la stesura del mio elaborato, ho affiancato alcuni facilitatori di gruppi A.M.A. i quali hanno contribuito ad alimentare il mio interesse per le dinamiche e i processi interattivi tra le persone. Questa esperienza formativa mi ha permesso, di operare come facilitatrice di alcuni gruppi di new addiction (soprattutto dipendenza affettiva e gioco d’azzardo) dislocati nel territorio veneziano.

Oltre all’ambito sociale mi sono interessata di quello educativo/didattico. Nello specifico, ho condotto in diverse scuole di Venezia e di Milano, corsi di formazione principalmente rivolti agli insegnanti e ai genitori sulle tematiche della comunicazione efficace, del bullismo, del cyberbullismo e del burnout.

Nonostante mi piacesse molto lavorare nel mondo della scuola, ho cominciato a sentire il bisogno di acquisire delle competenze specifiche sul funzionamento della mente umana, sulle motivazioni che portano gli individui ad attivare diverse risposte comportamentali, e come facilitare il benessere psicofisico nelle persone.

Mi laureo in Psicologia Clinica presso lo Iusve di Mestre, per poi specializzarmi in Psicoterapia all’istituto Aetos ad orientamento Analitico Transazionale con un approccio integrato che si avvale di diversi modelli e strategie per comprendere la complessità del funzionamento umano. Svolgo il tirocinio presso l’ospedale San Paolo di Milano.

Ho scelto l’Analisi Transazionale perché essa utilizza un linguaggio evocativo e di facile comprensione, ponendo l’attenzione sul “qui” ed ora” della relazione tesa a coinvolgere attivamente il paziente nel suo processo di crescita e scoperta di sé. Di questo modello mi affascina soprattutto il concetto base di Copione di vita, che è l’insieme delle decisioni che ognuno di noi ha preso da bambino e che vanno a definire quali specifiche strategie sono state scelte per sopravvivere ed adattarsi all’ambiente circostante.

Poco dopo aver cominciato a muovere i primi passi come psicoterapeuta, ho sentito l’esigenza di approfondire le mie competenze cliniche nel trattamento del trauma. Divento terapeuta E.M.D.R (Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i movimenti oculari). Si tratta di una tecnica psicoterapeutica, che utilizza i movimenti oculari per trattare i disturbi legati direttamente ad esperienze traumatiche o particolarmente stressanti. I ricordi disturbanti, legati all’evento traumatico hanno una desensibilizzazione, perdono la loro carica emotiva negativa per potere poi essere utilizzati in modo creativo e funzionale.

Perché il centro divenire

Arrivo a far parte del gruppo “Divenire” in modo del tutto casuale, incuriosita da un annuncio e stimolata dalle positive recensioni di alcune persone che conoscevano il centro. Passata la selezione, mi ritrovo all’interno di questa interessante realtà operativa, venendo da subito piacevolmente colpita dallo spirito di gruppo che lo contraddistingue. Qui si respira un costante interscambio di esperienze professionali, un fluire spontaneo di creatività e la voglia di mettersi in gioco del team, che permettono a ciascun di noi di esprimersi e di evolversi senza tralasciare l’attenzione verso la crescita dell’altro.

Come nelle mie passioni sportive (sono stata giocatrice agonista di pallavolo) anche nella vita professionale mi ritrovo ad apprezzare e a considerare vincente l’ambito in cui circolano le risorse di ognuno, divenendo terreno per la realizzazione di tutti: operatori e soprattutto dei clienti.