Angelo Bartesaghi
Chi sono
Sono nato in una famiglia numerosa, composta da persone diverse tra loro, coi loro ritmi, gusti, preferenze, modi di fare. Amo la varietà dell’esperienza umana, i pensieri, le scelte e le contraddizioni. Amo l’essere umano in tutte le sue sfaccettature, amo le vette che può raggiungere così come le ricchezze meravigliose della semplice quotidianità. Mi affascinano anche le debolezze, le fragilità così come mi interrogo curioso su cosa possa portarlo a compiere errori o bassezze.
Amo la narrazione, le storie, e adoro riflettere sull’evoluzione delle relazioni, sugli intrecci, sul romanzo che è la vita di ognuno di noi.
Mi sono avvicinato al mondo della psicologia e poi a quello della psicoterapia per mille e una ragione. Se, oggi, dovessi seglierne una che mi rappresenta più delle altre, sarebbe quella dell’autoderminazione. Un percorso volto a comprendersi, perdonarsi, piacersi e che permetta di andare verso il mondo potendo amare, rispettare l’altro, desiderare e esprimere al massimo la propria potenzialità.
Per me fare psicoterapia è fare pulizia, è semplificare, togliere il superfluo, liberarsi dalle catene dei pregiudizi e dai vincoli dell’amore condizionato. È un percorso per arrivare a vivere pienamente, secondo le proprie inclinazioni naturali.
Formazione
Mi sono laureato in psicologia clinica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con una tesi sull’utilizzo della realtà virtuale nella cura dell’obesità.
Dopo la laurea e le prime esperienze lavorative, ho intrapreso il percorso che mi ha portato a diventare psicoterepeuta presso il Centro Berne di Milano. Sono quindi diventato un terapeuta ad indirizzo Analitico Transazionale. Il modello del Centro prevede anche un’integrazione con il modello della Gestalt.
L’Analisi Transazionale è una delle psicoterapie umanistiche e si caratterizza per un linguaggio semplice e diretto, che ben si presta a fornire strumenti immediati di lettura di sè. Sulla base di questi strumenti iniziali è poi possibile un lavoro più approfondito, che si base principalmente (nel mio modo di operare) sull’analisi del Copione di vita: idee, preconcetti, decisioni profonde su di sè e sul mondo prese anche in età molto precoce che ci limitano nella nostra possibilità di andare verso il mondo e le relazioni in maniera aperta, efficace e rispettosa di sè.
Numerosi sono gli strumenti per andare a ricostruire queste decisioni precoci e, quindi, ridecidere. Si va dalle fantasie guidate, all’analisi dei sogni, a tecniche in cui ci si immedesima nelle proprie parti interne e le si mette in scena. Attraverso il racconto del presente e del quotidiano si possono trovare, nelle situazioni emotivamente caratterizzate, quegli “elastici” che ci proiettano in un passato non risolto, che ci impedisce di vivere il momento.
Le decisioni di Copione riguardano principalmente il pensiero che l’amore non sia libero, ma condizionato da un particolare modo di essere o di agire. Ridecidere significa poter tornare a sentirsi amati e ad amare in maniera incodizionata e, quindi, ad una vita emotivamente ricca e soddisfacente. Significa vivere nel presente, nel qui ed ora.
Esperienza lavorativa
Sin da subito dopo la laurea mi sono lanciato nel mondo del lavoro, per accumulare esperienza e per mantenermi agli studi. Ho provato e sperimentato numerosi ambiti. Ho esperienza negli ambiti più diversi, dalla comunità all’assistenza domiciliare, e ho ricoperto ruoli molto diversi, dall’educatore, al formatore, al supervisore. Esperienze utili, arricchenti, più o meno gratificanti che hanno preceduto e, poi, accompagnato il lavoro di psicoterapeuta, che per me rimane il più bello del mondo.
In questo specifico ambito ho l’esperienza più duratura e approfondita nell’ambito dei disturbi del comportamento alimentare. Faccio parte di un’equipe di cura del disagio alimentare già a partire dal mio tirocinio post lauream presso l’associazione “La Nostra Famiglia” di Bosisio Parini. In questa sede mi occupo di diagnosi e cura (psicoterapia), di sostegno ai genitori e ho creato e conduco, in collaborazione con una collega, un gruppo psicoeducativo per i genitori delle/dei pazienti del servizio. Questo lavoro mi ha dato e mi da la possibilità di confrontarmi quasi quotidianamente con adolescenti e preadolescenti, periodo di vita con il quale sento una particolare sintonia e che mi affascina per sue inifinite sfumature, l’altalena di emozioni e pensieri, le gioie e le difficoltà.
Da qualche tempo ho uno studio privato in provincia di Como dove mi sono sperimentato nella cura di disturbi d’ansia, attacchi di panico, deflessione del tono dell’umore e terapia di coppia.
In un recente passato ho collaborato per qualche anno con un’associazione di cure palliative col compito di accompagnare i parenti al sostegno del malato in fase terminale e, poi, all’elaborazione del lutto. Esperienza estremamente tosta ma che mi ha sicuramente rinforzato e fatto crescere.
La mia iniziale carriera di educatore mi ha avvicinanto molto all’ambito della disibilità e a quello del mondo scolastico.
Perché il centro divenire
Una grossa parte, come spesso mi è accaduto nella vita, l’ha fatta il caso. Un post condiviso su facebook da un’amica e casco sulla ricerca di collaboratori. Scrivo, mi candido e ottengo la possibilità di conoscere il Centro.
Da qui in avanti, la differenza l’hanno fatta la determinazione e l’entusiamo di Gloria e la percezione immediata di un ambiente accogliente e stimolante. Le iniziative, la molteplicità di temi toccati, la possibilità di esprimere le proprie potenzialità con il supporto e la vicinanza di un gruppo di persone affascinate come me dall’essere umano e da tutto quello che gli gira intorno.
Ho molto apprezzato l’interesse per una ricaduta degli interventi sul territorio, una volontà di fare comunità, di porsi come punto di riferimento di una realtà allargata, una “terapia sociale” che trovo affascinante e necessaria rispetto l’epoca in cui stiamo vivendo.
Trovo che sia una realtà centrata sul presente, sul qui ed ora, proprio come l’obiettivo di una buona terapia.