RICUCIAMOCI. Ripensare le esperienze traumatiche di perdita per iniziare a ritrovare equilibrio e pace interiori

Data: Sabato 11 aprile 2020 ore 18
diretta Facebook dalla pagina Centro Divenire

Dare una svolta alla parola morte
una scossa di risveglio
farla uscire dai gusci di spavento
dei secoli e degli antenati,
farla neonata
smettere di capirla
dichiararsi incapaci
e tenerla tra le mani giunte
delicatamente
come fiammifero nel vento
(Chandra Livia Candiani)

Se dovessi usare una metafora per descrivere la situazione attuale userei quella di un tessuto strappato. Ognuno di noi potrebbe infatti dirsi “strappato” in qualche aspetto della propria vita.

Strappato dalla propria quotidianità, dalle proprie abitudini, dalle proprie certezze, dai propri riferimenti. Questo è il minimo comune denominatore, dal punto di vista psicologico, di questa esperienza collettiva di “arresti domiciliari” che non ha precedenti, se non risalendo a cento anni fa, quando nessuno di noi c’era. 

Poi, purtroppo, il grado di strappo è per qualcuno assai peggiore. A causa del Covid-19 è dovuto stare in isolamento, oppure essere ricoverato in ospedale e rischiare di morire, oppure vedere persone amate strappate, letteralmente, e mai più riviste, senza poter dare un ultimo contatto, un’ultima parola, un ultimo sguardo d’amore.

Per non parlare di tutte quelle categorie professionali come gli operatori sanitari, che hanno stravolto completamente orari, routine, equipe, protocolli lavorativi e sono esposti continuamente oltre al rischio del contagio (insieme ai loro famigliari) al trauma ripetuto delle morti  dei loro pazienti, come gli insegnanti, che con i figli a casa magari, lavorano giorno – e a quanto so molti anche di notte – per offrire lezioni online, aggiornarsi, capire come funzionano le piattaforme e non lasciare soli i propri allievi, oppure tutte le persone lavorativamente senza paracadute che si trovano senza prospettive certe di lavoro come i precari, i cassa integrati, gli operatori dello spettacolo e tutti i liberi professionisti in generale. L’elenco degli strappi, è infinito.

La società stessa è strappata e lacerata e in molti casi non sembra più essere un riferimento certo nei suoi funzionamenti.

È spontaneo pensare che ciò che ci accomuna tutti è il bisogno ed il desiderio di ricucire le tante ferite, i tanti strappi alla nostra identità.

Dentro questo mare di incertezza, abbiamo bisogno di iniziare a ricostruirci anche solo mettendo, una accanto all’altro, le pezze per iniziare a raccontare cosa ci sta succedendo e da là ripartire.

Lungi dal pensare di offrire una panacea a così tanta fatica e sofferenza psicologiche, in questa conferenza proveremo umilmente a mettere a vostra disposizione dei possibili ingredienti per fabbricare, ognuno con le proprie risorse creative e i propri talenti, il balsamo di cui abbiamo bisogno per darci un po’ di ristoro, per decomprimerci e trovare un po’ di fiato in questo sforzo collettivo che non dà tregua a vari livelli.

Attraverso la simpatia, che significa incontrarsi nella stessa sofferenza, proveremo a ricucire il tessuto soggettivo e collettivo attraverso la condivisione di una possibile narrazione, fatta di parole, immagini ed emozioni che tolga le esperienze traumatiche di perdita e di morte da quello spazio angusto e freddo fatto di isolamento, solitudine, dolore muto, disperazione e smarrimento.

Immagineremo di essere insieme, in uno di quei riti collettivi che ci sono impediti e di cui abbiamo tutti un forte bisogno per non sentirci dispersi dentro questo invisibile e terribile tsunami dell’emergenza Coronavirus. Immagineremo di prendere in braccio le persone, come i sanitari, che si stanno spendendo senza sosta negli ospedali e nelle case degli ammalati, e le persone che hanno avuto dei lutti.  Immagineremo di prenderci in braccio, di sentirci un po’ più connessi attraverso il riverbero delle nostre emozioni, che come fili di ragnatela potranno vibrare e distribuire nutrimento e positività.

Relatrice

Gloria Volpato

psicologa, psicoterapeuta, esperta in EMDR, pratiche di Mindfulness Relazionale, Gestalt BodyWork. è fondatrice e direttore scientifico del Centro Divenire, Centro di Psicoterapia Umanistica Integrata di Torre Boldone (Bg). 

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