Simone Feriti

Simone Feriti

Chi sono

simone feriti

Ho sempre avuto un interesse particolare per le storie delle persone, mi affascina ascoltare e capire quali percorsi una persona ha intrapreso prima di incrociare il mio cammino. 

Amo i valori della gentilezza, della delicatezza e della lentezza e cerco di trasmetterli con il mio stile all’altro. Mi affascina il mondo degli adolescenti e dei giovani adulti perché è il periodo in cui c’è il massimo potenziale di una individuo e dove l’incontro con persone significative può tracciare possibili cammini evolutivi. Amo la loro creatività, la loro forza, la loro vitalità e la loro voglia di cambiare il mondo. Credo fortemente che i nostri adolescenti abbiano bisogno di figure adulte responsabili che li accompagnino nel loro percorso di crescita verso un’adultità che sappia prendersi cura di sé e dell’altro. 

Credo fortemente che il nostro corpo sia una fonte preziosa di informazioni e che necessitiamo di una maggiore connessione con esso, in modo da imparare ad ascoltare i messaggi che ci manda, con fine di muoverci verso obiettivi che ci forniscono maggiore benessere. 

Amo viaggiare e perdermi a guardare le sfumature di ciò che mi circonda, così come amo conoscere e scoprire le sfumature di chi ho di fronte. Mi piace fare volontariato e sono attento e sensibile alle tematiche ambientali. 

Nel mio lavoro cerco di metterci la massima dedizione, la massima passione e adoro studiare e approfondire sempre di più le mie conoscenze sulla mente umana. 

Formazione

Dopo la laurea in psicologia clinica, presso l’Università degli Studi di Bergamo, con tesi “dai sintomi alle relazioni: l’Object Relation Technique come amplificatore dei processi conversazionali”, ho scelto di percorrere la strada della specializzazione presso la scuola di Psicoterapia Integrata di Bergamo. 

Il mio approccio è integrato, ovvero si basa sulla scelta di tecniche e metodi Evidence Based che provengono da differenti approcci. La teoria di riferimento è quella dei sistemi motivazionali di Liotti. Il comportamento umano è guidato da tali sistemi, che si sono consolidati attraverso l’evoluzione e sono diretti verso una meta evoluzionistica precisa. Tra i sistemi motivazionali più importanti troviamo quello dell’attaccamento, particolarmente importante in età evolutiva, in quanto consente di organizzare dei comportamenti e delle strategie affinché la figura di attaccamento (genitori/caregivers) rispondano ai bisogni fisici ed emotivi del bambino. 

Da queste interazioni si generano delle strutture nella memoria in termini di aspettativa di risposta dell’altro ai nostri bisogni di cura, chiamati Modelli Operativi Interni (MOI). Queste strutture regolano appunto i comportamenti di richieste di cura. Di conseguenza, nelle interazioni dove la richiesta di cura non viene soddisfatta si può arrivare o ad un’inibizione dell’espressione dei bisogni di aiuto e conforto, oppure una modalità ambivalente e coercitiva. 

Dei MOI disorganizzati comportano deficit nelle nostre funzioni metacognitive, un insieme di conoscenze e abilità che si dividono in 3 categorie: 

– Monitoraggio, ovvero la capacità di identificare pensieri, emozioni, intenzioni proprie e degli altri, sulla base del loro comportamento, mentendoli in relazione tra loro; 

– Differenziazione, la capacità di discriminare tra rappresentazione e realtà; 

– Integrazione, la capacità di cogliere i collegamenti tra differenti stati mentali e le modalità di funzionamento proprie e degli altri che consentono di attribuire a sé e agli altri stati mentali, prevedere e spiegare il comportamento altrui, riconoscere le intenzioni dell’altro, riconoscere le proprie emozioni e riuscire a regolarle attraverso strategie comportamentali. 

Esperienza lavorativa

Prima di intraprendere gli studi in psicologia ho lavorato per un periodo in una falegnameria, successivamente ho scelto di iniziare percorso di studi in psicologia e da allora ho svolto diverse attività tramite dote comune, per poi fare l’educatore per un servizio di doposcuola per ragazzi tra gli 11 ed i 13 anni. 

Terminati gli studi ho iniziato a lavorare per la cooperativa Arcobaleno occupandomi di disabilità, di interventi di educativa domiciliare presso famiglie per le quali pendeva un provvedimento dell’autorità giudiziaria e facendo l’assistente ad personam. 

Parallelamente ho svolto il tirocinio post-lauream presso il servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’ASST Val Camonica, durante il quale ho seguito percorsi valutativi in casi di disabilità, disturbi dell’apprendimento e di possibili disturbi psicopatologici. 

Terminata l’esperienza mi sono occupato di alcune progettualità per adolescenti, che prevedevano l’organizzazione di laboratori didattici sul tema delle tecnologie. Tra essi il progetto C6?! Young in Valle Camonica, volto a promuovere la qualità del tempo libero degli adolescenti che mi ha visto coinvolto nella stesura del progetto e nella fase di avvio, tramite l’organizzazione di eventi socializzanti, il lavoro in rete con le varie realtà educative presenti sul territorio (cooperative sociali, scuole, aziende che vogliono scommettere sui giovani). Tale progetto si articola in diverse macro-azioni volte a favorire la socializzazione, a sviluppare competenze trasversali e all’orientamento verso il mondo del lavoro. 

Successivamente ho svolto l’attività di psicologo scolastico per un anno presso la scuola secondaria G.Bonafini di Cividate Camuno e la scuola secondaria G. Romanino di Bienno.

Ho terminato la mia esperienza lavorativa presso la cooperativa Arcobaleno dopo due anni per passare all’Azienda Territoriale per i Servizi alla Persona (ATSP) di Valle Camonica inizialmente come operatore che si occupava di inserimenti lavorativi di persone fragili e con disabilità. Successivamente ho iniziato a lavorare come psicologo nel Servizio di Tutela Minori, occupandomi di valutazione delle competenze genitoriali, di valutazione del benessere dei minori e di predisporre progetti di intervento volti a promuovere il benessere delle famiglie sottoposte all’intervento dell’Autorità Giudiziaria.