Storie che cambiano

Storie che cambiano

Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nella sua vita, rappresenta diverse parti. (William Shakespeare)

Raccontare ci rende di nuovo protagonisti della nostra storia, ci rimette al centro di un percorso di crescita e ci permette di riscoprire l’importanza della nostra esperienza. Partendo dalla nostra autobiografia, grazie ad un linguaggio narrativo più consapevole, non solo della parola detta o scritta ma anche di quella agita, ci si riappropria del proprio corpo che narra e ci possiamo concedere di giocare con il passato e di tradurlo in un’esperienza del presente che diventa più appassionato, fantasioso, incarnato, rielaborato e riscritto.

Il gruppo è necessario per giocare fino in fondo le innumerevoli possibilità narrative, è il luogo dell’incontro, una delle parole chiave del nostro percorso. La vita ha origine da un incontro, si nutre di incontri e per tutta la sua durata continua a sperimentare incontri con gli altri e con il mondo. In questi percorsi, la storia individuale entra in risonanza con le storie degli altri e ciò crea echi profondi e attiva narrazioni inaspettate. Quando si condividono parole, lavoro corporeo ed emozioni, ognuno incontra sé stesso e l’altro, ci si contamina e il gruppo diventa un contenitore di esperienze speciali, ognuno si prende cura dell’altro, lo accoglie e ne è accolto, così la mente si espande, il cuore può vibrare e il corpo godere delle sue infinite possibilità.

Il gruppo è però anche il luogo in cui giocare gli scontri. Le nostre esistenze ne sono costellate, alcuni sono evolutivi, ad esempio quello che tutti abbiamo sperimentato con le figure parentali durante l’adolescenza e che è stato necessario per crescere, altri scontri invece sono inaspettati e spiazzanti, ad esempio quelli con le perdite improvvise o con cambiamenti non cercati, come un licenziamento o un conflitto non risolto in ambito lavorativo o di coppia. Come ben sappiamo, il momento dello scontro può generare disagio e fragilità e a volte dei veri e propri blocchi esistenziali ma, è proprio in queste situazioni di crisi che regalarsi del tempo per sé può rappresentare una via d’uscita creativa che offre sollievo e benessere perché aiuta ad immaginare gli incontri e gli scontri della nostra vita come tappe di una crescita personale.

I processi individuali non assomigliano a un passaggio istantaneo da uno stato ad un altro, ma piuttosto ad un processo complesso, che si costruisce per tentativi: passi avanti, soste, intoppi, imprevisti e deviazioni inaspettate da quella che credevamo la strada da seguire. La propria storia può essere così raccontata anche attraverso queste “figure”, metafore di un cammino che stiamo ancora percorrendo e che ogni giorno può produrre cambiamenti.

Questo laboratorio è destinato a tutti coloro che desiderano mettersi in gioco, divertirsi, riappropriarsi delle proprie capacità creative ed espressive, sentirsi vivi. Attraverso pratiche di narrazione autobiografiche, gioco e tecniche di teatralizzazione, proveremo ad intrecciare legami con chi, come noi, sente il desiderio di continuare a definirsi “esploratore dell’anima”, con profondità e al contempo leggerezza.

È ormai comprovato da tempo che il lavoro in gruppo, ha un elevato valore terapeutico e sostiene il singolo nei suoi processi di crescita e di maturazione personale. Il gioco, la leggerezza e l’empatia che scaturiscono nei gruppi accompagnati, l’amplificarsi degli stimoli, la possibilità di parlare di sé di fronte agli altri, aiutano a superare gli stati depressivi di chi tende all’isolamento, rinforzano le potenzialità individuali e sostengono i desideri di rinnovamento, stimolando le possibilità creative e suggerendo nuovi obiettivi.

I nostri racconti prenderanno vita e corpo: proveremo a strutturarli in una partitura corale e singola, come un corpo unico che si differenzierà in assoli, dando potere alla parola e al movimento, alla musica e alla nostra parte creativa. Come un’orchestrazione di intuizioni fantastiche e un intreccio di storie che riguardano le nostre vite.

Articolazione del laboratorio

Il laboratorio prevederà fasi che si susseguono l’una all’altra per dare forma graduale al nostro prodotto finito.

  • Formazione del gruppo e basi delle pratiche teatrali
  • Laboratorio autobiografico sul tema “Le storie che cambiano”
  • Esplorazione dell’uso espressivo del corpo e della voce, scioglimento dei blocchi che impediscono la libera espressione di sé, dare corpo alla propria creatività e capacità improvvisativa, l’uso dello spazio in 3 D, la voce parlata e la voce cantata, la coralità in scena, la rappresentazione delle nostre emozioni, rappresentare sé e altro da sé (il lavoro sul personaggio), il coraggio in scena e la funzione del pubblico, mostrarsi al mondo e parlare di sé
  • Creazione di una trama collettiva, con analisi dei testi e co-costruzione dell’allestimento scenico
  • Preparazione della restituzione finale al pubblico

A cura di

Miriam Gotti

Attrice professionista, cantante, educatrice teatrale e musicale, pedagoga.

Cristina Paruta

Esperta in Metodologie biografiche e autobiografiche e Consulente in Scrittura Autobiografica Individuale.

Gloria Volpato

Psicologa, psicoterapeuta, fondatrice e direttrice del Centro Divenire, Centro di psicologie umanistiche integrate di Bergamo

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