Atelier di scrittura autobiografica

Atelier di scrittura autobiografica

Chi indaga su se stesso, finisce, lo voglia o no, con l’indagare su tutto il resto. Impara a vedere sé stesso, ma all’improvviso, solo che abbia guardato onestamente, gli appare tutto il resto, che non è meno ricco di quanto fosse lui stesso e anzi in quanto coronamento finale, ancora più ricco (E. Canetti, Il cuore segreto dell’orologio)

In cosa consiste?

In questo tipo di percorsi propone di utilizzare la scrittura autobiografica per dare forma alla propria storia personale. Non ci si occuperà di tecniche o di stili narrativi, il tentativo sarà piuttosto quello di recuperare uno spazio in cui la pagina bianca diventi uno strumento per:

  • Condividere il piacere della parola per rievocare frammenti, ricordi ed esperienze e stimolare il nostro potenziale creativo.
  • Cominciare a scrivere la propria storia per raccontarsi in modo diverso dal solito e testimoniare che abbiamo vissuto e che ancora stiamo vivendo.
  • Lasciare una traccia “materiale” del cammino percorso e condividere gli intrecci narrativi delle nostre vite per ritrovare un significato all’esistenza e al suo continuo mutare.

Perché scrivere mi può far bene?

L’utilizzo della metodologia autobiografica è sempre più riconosciuto come “tecnologia del sé” in quanto consente la valorizzazione dell’esperienza individuale. Ripercorrendo frammenti della propria esistenza, prendendo contatto con i propri bisogni e facendo emergere le latenze e i saperi perduti o dimenticati, il soggetto recupera una dimensione pedagogica e di autoapprendimento perché stimolato a ritrovare nella sua storia di vita delle esperienze formative. In tale prospettiva, la conoscenza non è più solo trasmissione di saperi ma circolarità di un’esperienza che fa leva sull’esperienza pensata.

“Andare all’incontro di sé”, attraverso la scrittura, vuol dire anche mettersi alla prova in un percorso di costruzione e ri-costruzione soggettiva della propria identità in cui il viaggio personale ritrova il senso e la prospettiva necessari per una ri-progettazione di sé. Questo avviene perché, durante il percorso autobiografico, avviene uno sdoppiamento in “autore”, e “attore” del racconto, dove il soggetto che scrive riesce a prendere le distanze e a parlare di se stesso, oggettivandosi come “un altro da sé” (Demetrio, 1995, Castiglioni, 2008).

L’esperienza narrativo-autobiografica viene raffigurata spesso come un viaggio perché raccontando l’itinerario e i differenti incroci delle strade intraprese, le fermate e gli incontri, il “viaggiatore” non solo può riuscire a localizzarsi qui e ora ma anche a comprendere quali siano state le sue esperienze più significative. In altre parole, “andare all’incontro di sé” significa comprendere che viaggio e viaggiatore fanno tutt’uno (Josso e Demetrio).

“Raccontarsi” in pratica

I percorsi si possono diversamente articolare o in un seminario di una giornata (tre ore al mattino/ tre ore al pomeriggio) oppure in un corso di almeno tre incontri, con una durata minima di tre ore ad incontro. Le tematiche saranno quelle centrali del percorso autobiografico, sviluppate attraverso letture e scritture, ascolto attivo e presa di parola.

L’obiettivo è quello di fornire una cornice di riferimento, anche teorica, della scrittura autobiografica e di stimolare nei partecipanti il passaggio dal pensiero alla pratica autobiografica. Un laboratorio di così breve durata non consente la redazione della propria autobiografia ma vorrebbe configurarsi come lavoro propedeutico per chi desidera conoscere e sperimentare tale processo di autoformazione.

A cura di

Cristina Paruta

Esperta in Metodologie biografiche e autobiografiche e Consulente in Scrittura Autobiografica Individuale.

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