TIK TEATROK Da bozzolo… a farfalla!

AAA .. PRE-ADOLESCENTI CERCASI
Progetto rivolto ai ragazzi dagli 11 ai 13 anni

Percorso condotto da: Dott.ssa Miriam Gotti e Dott.ssa Alessandra Beria
e supervisionato dalla Dott.ssa Gloria Volpato

DAL 9 FEBBRAIO AL 9 MARZO
Progetto di prevenzione e promozione del benessere psicologico
(deducibile nella dichiarazione dei redditi)
Sede laboratorio: Torre Boldone – via Reich 39 (Bergamo)

“Oh mamma!!! Il mio corpo è pieno di peli!
E guarda i miei fianchi, si stanno allargando.
Ho assolutamente bisogno di un deodorante. Sono completamente sudato.
Mi manca l’aria, ogni volta che incontro Simoneeeeeee.
Che cosa mi metto oggi? Mi fa tutto schifo! Sono inguardabile!
Oggi non mangio, altrimenti divento una cicciona.
E tutti sti brufoli???? Sembro un gruviera!”
(Gigi Proietti)

E improvvisamente il nostro ragazzo, che fino al giorno prima aveva una voce bianca e angelica, all’improvviso ce lo ritroviamo con una voce che ci ricorda tanto l’ Orco Mangione.

Il primo grande cambiamento del nostro preadolescente è difatti “un corpo che cambia”. E per quanto i ragazzi siano pronti a livello teorico a questi cambiamenti, vedere il proprio corpo trasformarsi crea non pochi problemi. 

Quale sarà l’immagine destinata a uscire dal bozzolo? È raro che le prime modificazioni siano nel segno della bellezza! In questa fase di incertezza, di sospensione, le modificazioni del proprio aspetto sono spesso vissute in modo distorto. 

Il rapporto con i genitori diventa “tumultuoso”. 

Con la madre contraddittorio! Ci saranno dei momenti in cui si sentirà pronto a tuffarsi tra le sue braccia (in privato e senza mostrarsi assolutamente in pubblico!!!), alternati a momenti in cui sentirà il bisogno di staccarsi e non dipendere più da lei.

L’avidità orale prende il sopravvento: e li vediamo continuamente masticare chewing-gum, pop-corn, patatine o il chupa chupa, consumare bibite, gelati, merendine. La tentazione di fumare le prime sigarette è quasi irresistibile. È la fase del “tutto o niente” o “bianco o nero”, senza sfumature né vie di mezzo. È la fase delle parolacce e delle volgarità: nel linguaggio e nei comportamenti. Ma perché è un’età di sfida. Nel tentativo costante di trovare una propria identità e a volte omologandosi ai rituali di gruppo.

Ed eccoli nelle crisi di opposizione tanto odiate spesso dagli adulti di riferimento: eppure sono una fase importante, perché attraverso tutto questo il ragazzo sta cercando di affermare la propria personalità e la propria autonomia. E non sempre senza difficoltà.

Il passaggio dall’infanzia alla pubertà coincide con un nuovo modo di ragionare, più maturo, astratto e razionale: il pensiero logico. A differenza di prima, quando il bambino si concentrava su “una cosa per volta”, ora diventa possibile prendere in considerazione numerosi fattori contemporaneamente, valutando diverse ipotesi. Cominciano qui le interminabili discussioni, soprattutto con i genitori. E la curiosità si illumina, si accende, il desiderio di interrogarsi è vivido.

È finito il tempo dell’accondiscendenza passiva, ora prevale la voglia  di seguire le inclinazioni più personali. Compare un atteggiamento di sfida: “vediamo se mi vogliono bene, se mi capiscono e mi accettano così come sono, e non come desiderano che io sia”. Una sfida globale, lanciata a se stessi, prima ancora che al mondo degli adulti.

Ecco perché sono necessari luoghi di incontro con il gruppo dei pari. Dove ritrovare dei rituali di gruppo nutrienti e che soddisfino finalmente un bisogno di identità.

Ecco perché sono necessari adulti che li accompagnino a orientarsi in questa ricerca, in un modo che gli faccia sentire quell’autonomia, a cui tanto anelano. E attraverso modalità che siano ludiche, che sappiano stemperare nel gioco e nel dialogo, il senso di  “drammaticità”  da cui spesso vengono travolti. 

L’attrezzatura….

…E ci sono molti modi per entrare in connessione con loro. Canali privilegiati.  Linguaggi che ai ragazzi piacciono da morire, ma non lo sanno finché non ci provano. Perché è l’esperienza a dargli il metro di misura.

1. Il teatro, la parola e il corpo. 

Dentro questo strumento c’è vita, c’è divertimento, c’è vitalità. E se ne accorgono quasi immediatamente.

È un modo divertente e leggero per incontrare se stessi. 

Esplorare il proprio corpo, il senso del limite, la sua forza, le sue misure. È inziare a prendere dimestichezza con l’accettazione e la valorizzazione di questo incredibile strumento che si sta trasformando e riconoscerne il potenziale.

Esplorare il suono della propria voce, i propri movimenti, le proprie espressività, ma in un modo che possa risultare appagante e interessante, perché piacevole.

2. La fotografia

E anche l’uso della fotografiasarà in parte presente nel progetto. Attraverso le immagini i ragazzi ricostruiscono la loro infanzia, concepiscono in un modo potentissimo la propria crescita e i propri cambiamenti e proiettano in maniera spontanea e senza difese desideri e paure.

Fotografare e guardare una fotografia, può insomma istantaneamente metterti in contatto con un mondo interiore. Può farti accorgere di te, in un modo quasi per niente razionale. È certamente un mezzo per scoprirsi, e conoscere parti di sé. E in un mondo basato ampiamente sull’“immagine”, iniziare a fare i conti con questo aspetto, può diventare sostanziale. La fotografia quindi, sarà da supporto all’esperienza del teatro, intrecciandosi come un perfetto puzzle.

Un fermo immagine…

Inoltre, siamo in lock down. Tutto si fa virtuale. Tutto si fa asettico. La relazione si spegne. Le possibilità di confronto anche. Il bisogno di incontro quindi si fa sentire più forte. La scuola stesso spesso non può soddisfare questo bisogno, perché troppo legata alla prestazione e al raggiungimento di uno standard e perché è in difficoltà lei stessa con il cambio di rotta dovuto all’on-line.

Gli spazi vengono ridotti, limitati all’osso. I pre-adolescenti spesso si rinchiundono in casa con delle cuffiette nelle orecchie, una chat, uno schermo. Mancano pelle, occhi, contatto.

Il teatro e con lui la fotografia, concederanno dunque di ritrovare una dimensione di verità e di realtà. Permetteranno di tornare a guardarsi e incontrarsi. Di scambiare in leggerezza il proprio mondo, in un modo stimolante. Perché il lavoro con il corpo, ti fa venire voglia di fare. Perché è divertente. Perché è intrigante. Non si tratta di lezioni teoriche, ma di esperienza e pratica. È la pratica della vita che si incarna nel gioco dell’incontro. E la fotografia incuriosisce, è, stimolante, smuove i sensi e cattura l’attenzione..

Sorridi…. 

Ed ecco gli spauracchi sopraggiungere e parlare nella mente. Quante volte li ho sentiti nominare:

  1. Ma ho paura! Non conosco nessuno!
    Ed è proprio questo che accade. L’esperienza dell’incontro. L’isolamento in breve si dissipa. Si fanno nuove conoscenze, autentiche. Nuovi amici con cui confrontarsi, con cui vivere esperienze di realtà profonda. E certe amicizie restano per la vita, perché avvengono ad un livello di sincerità.
  2. Ma non sono capace!
    Non è necessario essere capaci per fare teatro o per avvicinarsi alla fotografia. Non c’è un modo giusto e un modo sbagliato. È davvero, realmente una scoperta, che va a potenziare esattamente ciò che è la tua eccellenza. Riscoprendoti alla fine più forte e capace. Ho visto ragazzi migliorare notevolmente nell’apprendimento scolastico grazie allo sviluppo della loro espressività. È un rinforzo all’autostima. Al credere in se stessi. 
  3. Ma è noioso!
    Noioso? Il teatro è l’antitesi della noia. È la paura solita che sopraggiunge a boicottare la possibilità di un salto eccitante. E quindi: vuoi saltare con noi?

CALENDARIO DEGLI INCONTRI

Il pomeriggio dedicato al laboratorio è il martedi  dalle ore 16,00 alle ore 18,00. 

Il primo pomeriggio, può essere di prova gratuita per gli indecisi, che diventerà a pagamento in caso si perfezioni l’iscrizione. In questo caso è sufficiente mandare la richiesta di partecipazione a info@centrodivenire.net.

Date degli incontri:
martedì 9 febbraio
martedì 16 febbraio
martedì 23 febbraio
martedì 2 marzo
martedì 9 marzo

Sarà possibile in caso il gruppo vorrà, procedere con il laboratorio anche da febbraio in avanti.  In base alle adesioni capiremo se è necessaria la creazione di gruppi per omogeneità di età.

QUOTE DI PARTECIPAZIONE

Il corso ha un costo di 160 euro + Iva 2%

La quota è deducibile nella dichiarazione dei redditi perché il gruppo rappresenta un’attività di prevenzione e promozione del benessere psicologico.

Per raggiungere il centro, basterà inserire all’interno dell’autocertificazione che lo spostamento è dovuto a motivi di salute (previsti dal dcpm), senza alcuna restrizione legata al comune di appartenenza.

Il corso partirà con un numero minimo di 6 partecipanti.

Data di scadenza delle iscrizioni: 3 febbraio 2021.

Conducono

Miriam Gotti

Attrice professionista, cantante, educatrice teatrale e musicale, pedagoga.

Alessandra Beria

Psicologa, psicoterapeuta, psicopedagogista, responsabile ambulatorio “I Mutanti” per la preadolescenza e l’adolescenza presso il Centro Divenire

Iscriviti

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